La Nostra Storia

Chi Siamo.

I Nostri Angeli Custodi

Intervista fatta da Francesco Bigogno ai missionari di “Cuori Grandi” direttamente ad Amakpape.

Il nome che abbiamo scelto per questa Comunità è CUORI GRANDI perchè un cuore missionario deve essere grande, capace di includere tutti, aperto sul mondo, e solidale con i poveri. Ma ancor più, abbiamo trovato questa espressione in una lettera di S. Maddalena dove dice: “Cuori grandi, ripeto, cuori grandi, a imitazione di quel gran Cuore che sul Calvario offerì per le anime tutta la vita del proprio figlio”, dunque , per noi, il cuore grande è il cuore del discepolo che imita la Madre nella totalità del dono: un cuore grande offre tutta la vita, non ritiene nulla per sè, si apre al perdono infinito, fa ciò che piace a Dio fino al compimento e genera figli al Vangelo. Tutti abbiamo un cuore grande nascosto attraverso te.dentro perché tutti abbiamo sentito, almeno qualche volta, la chiamata interiore a “perdonare in perdita”, ad essere buono fuori misura, a dare senza volere niente in cambio… Io conosco molti di voi e so che in molti siete palesemente dei cuori grandi!

Eccoci allora in Togo, Africa Occidentale, ad iniziare insieme ad altre due splendide missionarie la Comunità Cuori Grandi. Negli ultimi dieci mesi abbiamo cercato un luogo adatto a noi. Lo abbiamo trovato ad Amakpape, villaggio poverissimo, sprovvisto di tutto, senza un prete, senza una chiesa che si possa chiamare tale, senza scuole, senza…. ma con tanta gente, infatti la popolazione è numerosa come quella della mia cittadina di origine, ma vivono in capanne nel piccolo centro attorno alla strada principale e poi nei raggruppamenti rurali nascosti tra la vegetazione rigogliosa.

Qui abbiamo acquistato un terreno sufficientemente vasto per poi costruirci scuole e ospedale. Abbiamo iniziato a creare la casa della comunità, prima ancora abbiamo costruito dei magazzini e, in attesa che la casa divenisse abitabile, abbiamo fatto del magazzino la nostra abitazione, il bagno è stata l’aperta campagna e la doccia era un casottino di legno e tela. Abbiamo vissuto così per un paio di mesi, senza acqua e senza luce, ma è stato bello ritrovarsi sotto le stelle con un secchio per lavarsi mentre le rane cantavano a tutto spiano. Adesso la casa è pressoché finita e vi abitiamo, le rane le sentiamo sempre, gli insetti abbondano, ma abbiamo la luce e l’acqua. Un volontario italiano in pensione è stato per noi un angelo, ci ha fatto tutto l’impianto elettrico e ha installato il sistema fotovoltaico. No vi dico la gioia della meraviglia nel momento in cui si sono accese le luci, per noi è stata la festa! E poi quando l’acqua è iniziata a sgorgare dalla canna del forage, tutto ha avuto un sapore di vita, una possibilità di futuro!”

Patrizia
Maristella
Andrea
Federica